La tridimensionalità delle emozioni nell’era digitale


Sappiamo ancora vivere ed esprimere le emozioni in quest’era digitale?

A volte ho la sensazione di vivere in un mondo a prova di schermo:

il piatto che mangiamo, l’aperitivo che prendiamo, il tramonto che stiamo guardando, la mostra che stiamo visitando…..tutto diventa fotografabile e postabile!

La mia paura è che stiamo dando più importanza ad immortalare ciò che stiamo facendo più che dare valore a quello che proviamo.

E mi chiedo….sappiamo ancora vivere le emozioni?

Riusciamo ancora a godere di una chiaccherata tra amici, di un incontro davanti ad un caffè, di un pasto in famiglia in cui poter dare spessore e vivere ciò che vibra tra di noi nella relazione?

Il valore del pianto come valvola di sfogo o come contatto con la tristezza, con il dolore, con la perdita e con la frustrazione mi sembra estinto.

La commozione per un abbraccio, per un incontro, per la gioia di vedere un bel panorama o leggere una bella poesia sono cose dell’altro millennio?

Rabbia, gioia, tristezza, paura mi sembra che si confondano in uno scenario indefinito, lasciandoci incapaci di declinare quando provare cosa.

Tendiamo a nascondere con la rabbia, forte della sua energia, la paura e la tristezza, negandoci così la possibilità di sentirci vulnerabili e bisognosi di aiuto da parte degli altri.

Riconosciamo e accettiamo la paura come elemento essenziale del fare esperienze nuove o tendiamo a negarla trasformandola in angoscia che paralizza o ansia che blocca il fluire della nostra energia?

Ho l’impressione che si stia perdendo la capacità di chiedere aiuto agli amici, ai famigliari, rivolgendoci a mezzi tecnologici per avere ogni informazione.

Temo che così rischiamo di allontanarci da noi stessi e dagli altri, facendo credere di essere invincibili, di non essere mai depressi, di non avere bisogno di nulla e di nessuno.

Sappiamo distinguere la rabbia dall’aggressività o dalla collera?

Che spazio diamo alla gioia di vivere? A quella sensazione di appagamento tanto momentanea quanto soddisfacente, motivante e poetica!

Ho la sensazione che il nostro corpo sempre meno esperito come bussola delle nostre emozioni e sensazioni, perda la sua tridimensionalità emotiva, lasciando un vuoto…..

E allora la mia proposta è di riprendere il nostro potere di essere umani: piangiamo, ridiamo, danziamo, gioiamo e disperiamoci, incontriamo gli altri per condividere ciò che ci e-moziona, che ci appassiona, ciò ci fa stare male o che ci scalda il cuore.

Torniamo a vivere pienamente le emozioni nutrendo la nostra mente, il nostro corpo e la nostra anima!

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